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LIBERTÀ DI MANDATO

  • libertaetradizione
  • 1 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

di Antonio Moscato

01 Febbraio 2025


Potrebbe sembrare scontato chiedersi se è giusto privare, o per meglio dire, inibire ad un Sindaco di una grande città o ad un Presidente di Regione la possibilità di poter essere rieletto anche dopo aver portato a termine i due mandati. Ma la vera domanda dovrebbe essere, a mio parere, è giusto privare un cittadino di poter promuovere o bocciare il proprio Sindaco o il proprio Presidente a seconda di come ha amministrato? Molti di coloro che si oppongono alla liberalizzazione del limite del mandato lo fanno con la giustificazione che si vuole evitare un consolidamento del potere nelle mani di un uomo (o di una donna) per molto tempo. La cosa potrebbe anche avere un senso ma la storia ci ha dimostrato, e continua quotidianamente a dimostrarci, che non cè l’ha. Ci sono stati Sindaci e Presidenti che in un solo mandato hanno arricchito o distrutto il proprio territorio e per questo motivo sono stati premiati o spodestati dai propri elettori. Ci sono state personalità politiche che hanno disonorato la propria elezione ancor prima che finisse il primo mandato e chi invece con un altissimo senso dell’etica ha onorato la fiducia delle istituzioni e dell’elettorato. E comunque se fosse vero il fattore “potere” come causa di questa obiezione il limite dovrebbe valere per tutte le cariche elettive della cosa pubblica indipendentemente dalla grandezza del territorio.

Purtroppo si ha l’impressione che questo diniego alla liberalizzazione è solo la conseguenza della mancanza di “democrazia” all’interno dei partiti (vedi il pd) e delle coalizioni (vedi il centrodestra).

Un riassetto tramite un’organizzazione interna (come ad esempio le primarie) che possa scegliere a monte chi rappresenta lo schieramento e sostenerlo fin quando è necessario farlo potrebbe azzerare l’ipocrisia che si palpa ultimamente nei servizi televisivi che altro non fa che allontanare ancor di più la gente dalla politica.

A rafforzare questa tesi viene in soccorso una deduzione logica: I sindaci e i Presidenti di regione sono eletti direttamente dal popolo e quindi la loro legittimazione ha un diverso – e maggiore- peso rispetto, ad esempio, alla carica di parlamentare che oggi è scelto dalla logica di “segreteria” e non a suffragio popolare.

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