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La Russia nel Meditarraneo, il Presidente "Ping" ed il corona vairus: tutte le gaffes di Di Maio

  • libertaetradizione
  • 26 apr 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

di Davide Ciampini

E' notizia di ieri la decisione da parte di Bruxelles di nominare Luigi di Maio inviato dell'Unione europea per il Golfo Persico. La notizia arriva direttamente da un comunicato dell'alto rappresentante dell'UE, Josep Borrell; che recita: "Dopo un'attenta valutazione, considero Luigi Di Maio il candidato più adatto" scrive Borrell, “in quanto ex ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio ha il necessario profilo politico a livello internazionale per questo ruolo”. In particolare, “gli ampi contatti con i paesi del Golfo gli permetteranno di impegnarsi con gli attori rilevanti al livello appropriato". Dobbiamo mantenere lo slancio del nostro impegno rafforzato con il Golfo. Per questo conto sul sostegno a Di Maio per attuare la nostra partnership strategica con i partner del Golfo". Naturalmente le reazioni non si sono fatte attendere, e la Lega, in particolare, ha fatto sapere che " E' una scelta vergognosa, un insulto all'Italia". Come dare torto alle reazioni indignate, specialmente se si rammentano tutte le gaffes del neo ambasciatore. Nel 2017, in risposta ad una domanda circa il posizionamento dell'Italia in politica estera, il nostro rispose: "Noi non siamo una forza isolazionista. Siamo un Paese alleato degli Stati Uniti, ma interlocutore dell'Occidente con tanti Paesi del Mediterraneo come la Russia". Insomma, dopo un bagno a Santorini c'è anche tempo di prendersi uno spritz nella vicina Mosca. L'anno successivo, nel 2018, l'enfant prodige di Pomigliano d'Arco ci delizia con un'altra delle sue perle. In risposta ad un giornalista cinese, chiamò il Presidente della Repubblica Popolare "Ping", anziché Xi Jinping. Non solo. A sollevare il morale degli italiani in lockdown, nel 2020, ci pensò lo stesso Di Maio, quando chiamò il patogeno cinese "corona vairus"; dando un'accezione anglofona ad un termine di matrice latina. Insomma, l'Italia non è sola nel primato di paese meno meritocratico del pianeta. E la scelta dell'Unione europea dimostra come il nepotismo non sia presente solo nel suolo italico. Un'unione che, non dimentichiamocelo, è spesso decisore delle nostre vite; attraverso regolamentazioni e provvedimenti per lo più impopolari. Appare pertanto evidente che queste celeste non possano essere demandate a personaggi discutibili quali Luigi Di Maio.



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