LA PAROLA AGLI OPERATORI E AGLI OSSERVATORI. PUNTATA 2
- libertaetradizione
- 26 apr 2023
- Tempo di lettura: 5 min

Il nostro blog è nato con la missione di dare voce a tutti coloro che, politicamente, sono accomunati da specifici valori che sono pressoché orientati a destra – considerando destra ciò che nella visione internazionale si identifica con un concetto anglosassone/repubblicano di questo termine. Ciò nonostante ci siamo resi conto che nell’ambito del territorio locale (Favara in primis) non possiamo trascurare i fatti politici ed economici che accadono e considerati gli ultimi fatti accaduti nel nostro Paese tra il Sindaco e la maggioranza (che gli è avversa) abbiamo deciso di lanciare delle interviste periodiche ai più attenti osservatori e operatori della politica nostrana. Questa sarà l’intervista fatta da Antonio Moscato –il fondatore del blog – a Peppe Moscato, un giornalista e conduttore televisivo che ha anche ricoperto ruoli importanti a livello politico.
Innanzitutto Benvenuto caro Peppe, e grazie per aver accettato il nostro invito.
Partiamo subito dalla prima domanda: da poco sei diventato nonno di un bellissimo bambino e conoscendoti sono sicuro che una delle riflessioni che hai fatto è stata: Ma Giuseppe deve crescere in questa Favara? – Che città vorresti per il tuo nipotino?
Io ci sono nato e cresciuto in questa Favara, nella quale sono ritornato dopo un quinquennio di emigrazione al nord Italia. Proprio perché sono ritornato mi sono impegnato con più forza e determinazione a dare il mio modesto contributo affinché il contesto sociale, culturale ed economico della mia città potesse migliorare. Ed è proprio questo amore che trasmetterò a mio nipote, ovvero quello di impegnarsi per contribuire a migliorare la città di Favara. Non possiamo essere certo contenti della nostra città, ma il suo destino, che cammina di pari passo con il nostro destino, dipende solo da noi. Favara è quella che noi siamo; Favara è amministrata dagli uomini e dalle donne che noi votiamo; il presente ed il futuro di Favara sono determinati da noi e dagli amministratori ai quali noi abbiamo dato il nostro consenso. Ma soprattutto Favara rispecchia il nostro essere cittadini.
Nelle ultime settimane Favara assiste ad una diatriba tra il Sindaco e il Consiglio comunale sostanzialmente per la tari e i lavori di metanizzazione. Non si vede una linea politica chiara e ci sono movimenti più che trasversali tra opposizione e maggioranza. Tralasciando i colori di partito, Peppe Moscato come analizza questa situazione?
Una diversità di vedute tra soggetti di diverso colore politico è normale. Un diverso modo di affrontare le stesse tematiche, poiché viste da angolazioni diverse, sta nella logica delle cose. Non ha senso fare opposizione fine a se stessa, come non è auspicabile un arroccamento di chi sta al governo, senza interagire con le altre forze politiche, anche se di opposizione. Il raggiungimento del “bene comune” deve essere l’obiettivo di tutti, di chi governa e di chi sta all’opposizione, in modo tale che lo scontro politico non sia da freno o di pregiudizio, ma di stimolo e di crescita e volano di sviluppo della città. Sul tema specifico della TARI si dovrebbero rivedere molte cose, ad iniziare dalla rimodulazione del contratto e la rideterminazione delle tariffe. Sulla metanizzazione, invece, c’è poco da battagliare, sicuramente si può richiedere alle Ditte che eseguono i lavori “maggiore attenzione”.
Ormai da quasi due anni governa Palumbo, ci sono iniziative degne di nota riguardo la sua azione politica? Cosa ci aspettavamo in realtà? Cosa manca? Cosa dovremmo aspettarci sui problemi tangibili: tari, acqua, investimenti, riqualificazione del territorio?
Un giornalista annota e divulga i fatti, non è suo compito dare risposte o prospettare soluzioni. Antonio Palumbo è un uomo di sinistra, di estrema sinistra, oserei dire. Era il segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, quando si è candidato, e il popolo lo ha votato proprio per fare la Rivoluzione. Tagliare con il passato, usare metodi nuovi, pensare in maniera diversa, amministrare in modo nuovo. Lo sta facendo? Qualcosa si sta muovendo(?), E’ iniziata la Rivoluzione (?). Ricordiamoci che la macchina burocratica comunale è sempre la stessa, i dirigenti sono sempre quelli, anzi meno in quanto alcuni se ne sono andati in altre Amministrazione ed alcuni sono andati in pensione. C’è una capacità di spesa ridotta se non proprio assente per via del dissesto finanziario; i trasferimenti regionali e statali sono limitati; il Comune incassa pochissimo ed è presente una grande percentuale di evasione. Tutte cose che Antonio conosceva bene e per le quali, aveva detto in campagna elettorale, aveva delle soluzioni. Le difficoltà sono tante, ma per certi settori non c’è comunque bisogno di soldi ma solo di buona volontà, soprattutto di buone capacità
I sostenitori del Sindaco dicono che con la sua amministrazione stanno arrivando tanti soldi per finanziare opere pubbliche, mentre i detrattori sostengono che in realtà questi progetti sono solo stati rispolverati dai cassetti comunali e non c’è ,ad oggi, in realtà, nessuna opera che economicamente potrebbe risollevare il tessuto imprenditoriale e commerciale del Paese. Solo alcune scuole o parti di esse. Qualche struttura che poco o nulla impatterà su un rilancio economico. Lei da ex amministratore come la vede? Favara potrebbe ambire a qualche opera strategicamente più attrattiva per l’economia approfittando dei fondi del PNRR come stanno facendo moltissime altre realtà siciliane?
Si sta facendo qualcosa, sembra che siano arrivate diverse risposte e che siano stati finanziati diversi progetti. Ecco proprio sui fondi del PNRR ci vuole coesione e unità di intendi tra Amministratori e Consiglieri di opposizione. Ricordo che il Consiglio Comunale ha istituito una specifica Commissione consiliare sul PNRR che risulta essere molto attiva nelle riunioni, ne sono state ben 135 dall’atto della sua costituzione poco più di un anno fa, sarebbe opportuno sapere che cosa ha prodotto e quale contributo ha dato all’amministrazione comunale nella ricerca di finanziamenti.
Le continue beghe tra Amministrazione e Consiglio non danno stabilità politica al Paese. Non si ha nemmeno una linea univoca all’interno della cosiddetta opposizione e peggio ancora all’interno di uno stesso Partito dove esistono tre diverse linee. Quanto approssimazione nel fare politica. Quanto incide tutto questo sul sempre più crescente disinteresse dei giovani nei confronti della politica?
Il risultato elettorale ha visto eletto un Sindaco di sinistra e un Consiglio comunale di centro-destra, ovvero senza maggioranza, in gergo politichese si chiama “anatra zoppa”. La legge elettorale così com’è strutturata lo prevede. Sindaco e consiglieri se ne devono fare una ragione, si deve convivere almeno per un paio di anni, poi si può pensare anche alla sfiducia. Non è certo disertando le sedute consiliari che si risolve il problema. Altra cosa è la mancanza di “politica” nel termine più nobile della parola. I Partiti, intesi come appartenenza e credo politico, non sono più quelli di una volta. Ma anche il “fare politica” non è inteso più come una volta. Devo anche dire che, purtroppo, c’è anche molta approssimazione nell’approcciarci alla politica, alla candidatura, al ruolo di consigliere o amministratore. In pratica c’è molto individualismo e non struttura partitica che guida e detta le linee di intervento. Questo è frutto anche del disamore dei giovani.
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