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L’acqua o la raccogliamo, o la raccogliamo

  • libertaetradizione
  • 6 lug 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

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06 luglio 2024

di Antonio Moscato

E’ capitato tra le mani un articolo scritto dal fatto quotidiano sulla siccità in Sicilia, sembrava scritto ieri e invece era datato giugno 2022. Sembra quasi che si parli di questione meridionale, almeno una volta l’anno si ripresenta l’argomento e succede da cento anni.

E’ inutile girarci intorno, come un pò tutto quello che avviene in Italia, la politica non è in grado di agire tempestivamente per risolvere un problema; e non si sta parlando di tenere in uno stato decente le reti idriche (che pur dovrebbe essere ovvio), oppure rendere efficienti gli impianti dissalatori (anche questa dovrebbe essere una cosa normale) ma di trarre vantaggio da un fattore strutturale quale è il cambiamento climatico anche se sarebbe più consono chiamarlo tropicalizzazione della Sicilia. Il problema è ancora più acuito se ci spostiamo nel sud dell’isola. 

Fortunatamente grazie al governo Meloni in sinergia con il governo Schifani qualcosa sembra stia cambiando, dovrebbero arrivare dei finanziamenti e risolvere in parte i problemi atavici dei siciliani. Ma sono fermamente convinto che non si arriverà mai ad una completa e soddisfacente soluzione se non si capitalizzerà la tropicalizzazione del nostro clima e questa capitalizzazione dovrà avvenire, per forza di cose, coinvolgendo il privato, sia che esso sia un’impresa sia che esso sia un cittadino. E' superfluo dire che questa collaborazione è necessaria perchè lo Stato (a qualsiasi livello) non potrà mai avere fondi per tutto e allora aguzzando l'ingegno bisognerà creare un mercato e renderlo appetibile per i privati.

Tra le possibilità che ci potrebbe dare il sottosuolo e quelle che si potrebbero creare dagli eventi eccezionali ormai più frequenti e corposi si potrebbe migliorare notevolmente dal punto di vista siccità. Certo bisognerebbe superare, per riuscire in tutto ciò, uno scoglio grande quanto l’empire state building e cioè quella burocrazia che nel corso dei decenni ci ha resi schiavi di un sistema centralizzato che pur doveva essere ampiamente contrastato grazie al nostro status di Regione a statuto speciale. E pensare che alcuni lungimiranti politici siciliani avversano l’autonomia differenziata pur avendola da oltre 70 anni. Se cominciamo ad entrare nell’ottica che per ogni problema che ci si presenta potremmo ricavarne un’opportunità allora qualcosa potremmo risolvere nella nostra isola e in questo caso con la partnership pubblico – privato un primo effetto – oltre a raccogliere l’acqua – si otterrebbe la sistemazione del territorio.  

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