Cos'è il presidenzialismo, ecco la riforma che vuole Meloni
- libertaetradizione
- 12 mar 2023
- Tempo di lettura: 2 min

di DAVIDE CIAMPINI
Una delle riforme più ambite da Fratelli d'Italia è certamente quella legata al presidenzialismo. Su questo Giorgia Meloni si è espressa più volte, ribadendo la necessità di agire in tal senso. La riforma prevederebbe delle sostanziali differenze tra l'attuale sistema parlamentare e quello semipresidenziale. Su tutti quello legato alla elezione diretta del Capo dello Stato che, contrariamente a quanto accade oggi, ove è il Presidente del Consiglio a guidare il Governo, sarebbe anche capo dell'Esecutivo. Le motivazioni che spingono Giorgia Meloni ad una proposta così radicale sono assai condivisibili. I Governi italiani, infatti, non sono mai riusciti a concludere l'intero mandato, cadendo prima della naturale fine della legislatura; solitamente a causa di trame di palazzo, sgambetti e ricatti. Inoltre, negli ultimi dieci anni i Governi hanno avuto una durata media di circa un anno e mezzo; contribuendo alla debolezza dell'Italia a livello internazionale e alla sempre più crescente disaffezione dei cittadini verso la politica. La seconda novità, oltre alla elezione diretta del Capo dello Stato e di Governo, sarebbe anche la non necessità di chiedere la fiducia in Parlamento. Qualora dovesse passare questa riforma, il Presidente avrebbe modo di governare per tutto l'arco della legislatura; senza per questo scendere a compromessi con forze politiche esterne alla propria. E ciò porterebbe a due grandi benefici: una maggiore credibilità a livello internazionale e la capacità, nell'arco dei cinque anni, di attuare riforme mai viste prima. Per cambiare radicalmente aspetto al Paese, garantendo salari più dignitosi, un'istruzione di qualità ed una massiccia costruzione di opere strategiche, è necessario molto tempo. Ed avere un 'revolver' puntato addosso, con l'opposizione - e, spesso, anche gli alleati - pronta a far cadere l'Esecutivo, rischia di creare un danno encomiabile al Paese; mantenendolo in un perpetuo stato di inerzia, con una popolazione sempre più anziana, una prospettiva di futuro inesistente e con dei giovani sempre più demoralizzati. Naturalmente il candidato a tale ruolo dovrà avere essere una persona assai equilibrata, poiché senza un Parlamento capace di delegittimarlo, e con un potere così grande, il rischio di derive - e di deliri - potrebbero essere all'ordine del giorno. Ma la palla, in quel caso, passerebbe ai cittadini; che, avendo la possibilità di elezione diretta del Presidente, avrebbero tutta la capacità di esercitare la propria sovranità. Scegliendo in piena coscienza a chi affidare le chiavi del Paese.



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