top of page

BONUS EDILIZIA – IN MEDIO STAT VIRTUS -

  • libertaetradizione
  • 4 mar 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

di Antonio Moscato

Chiunque abbia a che fare con i soldi, quindi probabilmente apparte i bambini (ed il probabilmente è d’obbligo perché ormai anche loro hanno una spiccata arguzia) tutti gli altri sanno che non esiste al mondo qualcosa che sia davvero gratuita in senso assoluto. Se non la pago io, qualcuno pagherà anche per me qualcosa di cui io sto usufruendo “gratuitamente”. In ragione di questa premessa bisogna dare atto al governo Meloni, anche se elettoralmente potrà un po’ risentirne ma poi non più di tanto, di aver bloccato una situazione – quella del superbonus 110- che già nell’ultimo anno e mezzo era diventata da “cosa buona” a “roba da maledire”. Perché da cosa buona a roba da maledire? Semplicemente perché chi esegue i lavori – le imprese anche quelle più strutturate – hanno bisogno di incassare per pagare i fornitori, i dipendenti e introitare il loro utile; e con questo sistema che ha bloccato le cessioni era semplicemente da manicomio continuare imperterriti a fomentare la fiera. Se non incassi perdi e se si perde è meglio fermarsi. Tralasciamo ovviamente il fatto che chiunque sia in sensi non poteva pensare che l’aliquota 110 potesse essere per sempre. Certo è, però, che nella sua “follia” il superbonus qualcosa di buono lo ha dimostrato, anzi lo ha ricordato: (che poi è una cosa saputa e risaputa) c’è un paese che è pronto a lavorare e bisogna ripartire da questo per ripensare una misura più strutturata nel tempo. E’ ovvio che occorre mettere sulla bilancia una quantità di soldi che sia sostenibile, è ovvio che bisogna evitare che gente che potrebbe costruirsi una villa possa essere tentata di ristrutturarsi casa con i soldi dei contribuenti; in poche parole occorre creare una misura che sia un investimento e non una spesa “morta” come lo è paradossalmente stata – statisticamente e al netto dell’indotto – il 110. Se osserviamo dal punto di vista che per efficientare circa 380 mila abitazioni ci sono voluti 60 miliardi allora ci viene un po' un attacco, se invece – e da li bisogna ripartire – guardiamo dal punto di vista che di questi 60 miliardi circa il 47% sono rientrati nelle casse dello stato (direttamente e indirettamente), circa 27 miliardi sono l’indotto generato nella filiera produttiva e sono stati creati oltre 300 mila nuovi posti , allora possiamo ben sperare in una nuova azione di edilizia nazionale. Come? Ci sono tanti modi, innanzitutto bisogna circoscrivere la spesa per evitare che ci sia un effetto lievito, poi bisognerebbe stabilire che ad una misura del genere possa accedere solo chi non può permettersi un intervento di tasca propria, poi bisogna soprattutto fare attenzione alla qualità degli esecutori. Bisogna insomma trovare un equilibrio tra due estremi che sono: riportare a casa migliaia di lavoratore e imprese e sconquassare le casse dello stato, tenendo presente come ha eccellentemente detto l’On. Andrea De Bertoldi in una intervista a radio radicale che l’Italia ha anche un fattore sismico di cui bisogna non scordarsi. Concludo questo articolo con una citazione del Presidente Einaudi che rispecchia totalmente quale dovrebbe essere il focus della nuova misura, se essa nascerà: “Non vi è limite alla quantità di opere pubbliche destinate a rendere più feconda l’opera dei produttori e più bella la vita dei cittadini”

Post recenti

Mostra tutti

Comments


LASCIA UN COMMENTO

Thanks for submitting!

© 2023 by Train of Thoughts. Proudly created with Wix.com

bottom of page