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AL CAMPO LARGO DOBBIAMO RISPONDERE CON PIU’ “FARE”

  • libertaetradizione
  • 3 ago 2024
  • Tempo di lettura: 3 min


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Di redazione

Favara 3 agosto 2024


Il Presidente Giorgia Meloni è una fuori classe e lo si è subito visto ma come ogni fuori classe anche lei ha bisogno di qualcuno (oltre ai sondaggi confortanti e al netto dei colletti bianchi – che qualche volta non sono proprio il più nitido degli specchi - che frequentano i palazzi in nome e per conto dei cittadini e delle imprese) che le disegni in maniera chiara la situazione del Paese. In teoria queste rappresentazioni plastiche dovrebbero arrivare dalle sottostrutture dei partiti che compongono la maggioranza ma purtroppo si nota una certa irrilevanza che si spera possa essere al più presto superata; ma questo è un altro discorso sulla quale ci siamo già soffermati e ci ritorneremo magari nel futuro. In questi giorni invece, e questo è importante, si parla tanto del “centro” e il fatto che esso sia dirimente per contrapporsi all’accozzaglia del campo largo alle prossime elezioni. Le prime che abbiamo sono le regionali in Emilia, Umbria e Genova. Per il centro destra è importante questa fetta di elettorato, fondamentale se vuol continuare a vincere e governare, e molti di questi elettori di centro sono coloro che oggi rinsaldano le fila del partito dell’astensionismo e sono coloro che devono essere conquistati. Si è visto in UK, i tories avrebbero perso probabilmente comunque (visto che tutto hanno fatto tranne che la destra) ma almeno con meno astensionismo avrebbero fatto una figura meno mortificante. Ma come si può raggiungere questo risultato e convincere ad andare a votare chi non vota? Prima di rispondere a questa domanda occorre fare alcune considerazioni. Il grande (e lo si deve considerare tale anche se un avversario) ma avverso a destini fastosi Matteo Renzi con il suo presunto ritorno nel PD ha praticamente certificato, un ulteriore sigillo dopo le europee, il fallimento del progetto politico di un grande centro (Marattin e Costa non potrebbero essere più attrattivi di lui); ma ovviamente gli elettori di questo mancato contenitore non spariranno e sono coloro che resteranno in balia delle acque tempestose della politica. Ci sono poi, se pur sicuramente pochi, tutti quei centristi piddini che di certo non si riconoscono in questa segreteria e che non è detto che non potrebbero anche fare una croce su uno dei partiti della maggioranza – anche fdi volendo - . Ci sta anche quella fetta di elettorato di azione (che non sono calendiani) che mal sopportano le tendenze sinistroidi – a giorni alterni – del loro leader. Quindi? Occorre pensare a come far confluire questi voti all’interno della maggioranza (e probabilmente potrebbero solo confluire o in fdi o in fi). In questi quasi due anni sicuramente sono state poste le basi per un cambio di rotta del sistema Paese ma si nota timidezza per alcuni importanti punti. Non è più procrastinabile un piano per tagliare tutte quelle spese che sono infruttuose ed inutili che ancora sono retaggio della prima repubblica. Troppi rivoli che irrigano orticelli di sottogoverni utili solo a chi è stato trombato. Troppe società pubbliche che non sono efficienti e che potrebbero essere privatizzate. Con l’auspicio che questo risparmio possa consentire anche un lieve ribasso della pressione fiscale. Tutto ciò consentirebbe ovviamente di ottenere due risultati: migliorare il sistema paese e rinfoltire l’elettorato contro la grande ammucchiata. Ma ancora ci sarebbe da accelerare (e la vergognosa vicenda ligure culminata con le dimissioni dell’innocente Toti) sulla questione giustizia; ci vorrebbe ancor più coraggio nel difendere la libera iniziativa del cittadino all’interno della proprietà privata. Purtroppo ancora tante leggi e regolamenti limitano la libertà individuale.

Certo non ci aspettiamo miracoli e l’inizio di questo governo è buono, ma adesso sarebbe l’ora di accelerare con coraggio e magari trarre spunto da qualche buona pratica reganiana o di quella attuale mileniana, come ad esempio creare un comitato o un ministero che possa valutare e proporre l’abrogazione di qualche migliaio di leggi italiane che bloccano il Paese.

 
 
 

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